Un grosso Quaderno Nero, datato 1920 e firmato Severino Corona detto Zino, giunge tra le mani di Mauro Corona. Contiene, in calligrafia appena leggibile, la confessione di un uomo che il destino o la vendetta della strega Melissa ha spinto sulla via della perdizione. Nella solitudine, tra le pietre e la neve dei monti che sovrastano il Vajont, la voglia di sesso è il demone scatenante che fa nascere storie di violenza e di morte. È la voglia sfrenata che prende Zino e lo spinge a desiderare la moglie di Raggio, il suo più caro amico, fino alla follia e al delitto. Mauro Corona ci racconta una storia d?altri tempi, narrata con un linguaggio naturale, duro e carezzevole, nella quale ferocia e pietà sono le due facce di quella stessa moneta gobba che è la vita: distorta da una povertà atavica, impastata di fatica, di sangue, di sesso, di stregoneria. Ma ancora capace di regalarci la vicenda della piccola Neve, luminosa come un lucignolo nel buio assoluto.